“Il vostro futuro non è scritto, il futuro di nessuno è scritto, il futuro è come ve lo creerete voi perciò createvelo buono!” (cit. Marty McFly, “Ritorno al Futuro”)
Parafrasando uno dei più famosi ed amati film di fantascienza degli anni 80, si potrebbe dire che stiamo tornando al futuro. In fondo, questi due anni in cui pandemie e guerre hanno sconvolto le nostre abitudini, il nostro mondo come non credevamo possibile, sono stati come un salto in un futuro che pensavamo di aver già perso.
Quindi nulla di più rivoluzionario della fantasia di un bambino , del tornare ad una “normalità” che credevamo non potesse mai più esistere. E che forse non è giusto che esista come prima. Ogni esperienza vissuta, ogni giorno, ogni gioia, ogni dolore, non deve essere dimenticato, ma deve aiutarci a dare il giusto, immenso valore alla gioia che possiamo vivere, al viaggio che abbiamo compiuto.
E il carnevale, così come la fantastica DeLorean di “Ritorno al futuro”, rappresenta il viaggio. O, meglio, l’invito a viaggiare con la fantasia in luoghi e tempi mai visti, che ogni carro, ogni costume, rivolgono al visitatore. Un’esperienza da trasmettere e condividere con gli altri. Perché, in fondo, in un mondo che sa essere talvolta arido come il nostro, un po’ di fantasia ci sta sempre bene.
E fa niente se le macchine allegoriche forse, neanche quest’anno riusciranno a passare incolumi tra le “Forche Caudine” del Rione Teglia, perché, in fondo, come dice l’iconico Dottor Emmet Brown in ritorno al futuro, la fantasia non ne ha bisogno: “Strade!? Dove andiamo noi non c’è bisogno di strade!”.