Il Rione Torre con le sue contrade, debutta ufficialmente nel carnevale savianese nel 1997 quando presenta: “Re Artù, la spada nella roccia”; ma riteniamo di dover scrivere a questa realtà territoriale anche le realizzazioni dei primi anni del carnevale savianese, quando c’era maggiore attenzione anche ad alcune manifestazioni folcloristiche più connaturate al mondo contadino: quadriglie, tammurriate, laccio d’amore etc. delle quali la gente della Masseria Trocchia si rese fedele interprete e con tale denominazione presentò:
1985: Coreografie del gruppo “Ncoppa a tammorra”;
1986: “Folclore napoletano”;
1990: “Napoli canta”.
Nel 1997 subentra ufficialmente il Comitato del Rione Torre che presenta:
1997: “Re Artù, la spada nella roccia”;
quindi a seguire:
1998: “Omaggio a Sergio Leone”;
1999: “Moneta europea”;
2000: “Professore Di Bella”;
2001: “Il gioco delle carte”;
2002: “Crok 2”;
2003: “Terra nostra”;
2004: “Tom & Jerry”;
2005: “Chi risica e chi rosica”;
2006 “Musica e fantasia”;
2007: “Grazy Fog”;
2008: “Napule, tiempe belle e na vota”;
2009: “Meglio la botte piena o la moglie ubriaca?”;
2010: “Gioventù bruciata”;
2011: “Cattivissimo me”;
2012: “Carton park”;
2013: “Lupo Alberto”;
2014: ”Peppa Pig”;
2015: ”MeMs in fuga da via Torre”;
2016: ”Masha e Orso”;
2017: “L’oro di Napoli”;
2018: “Avatar”;
2019: “Emigratis”;
2020: “Il cavallo di Troia”;
2021: “Il carnevale viene sospeso a causa della Pandemia da COVID 19”:
2022: “Il carnevale viene sospeso a causa della Pandemia da COVID 19”:
2023: “Carramba che Carnaval”;
2024: “I cavalieri della Torre”;
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Prof. Felice Falco
Prof. Felice Falco
Prof. Felice Falco
E così…la nostra favola continua: la Torre ha resistito all’” ARDENTE” attacco del drago grazie all’impareggiabile coraggio dei suoi Cavalieri.
Armati dalla Resistenza e sostenuti da un’ondata di solidarietà, l’hanno difesa con costanza e perseveranza, dimostrando che l’unità e la determinazione possono superare anche le sfide più impegnative., Il carro di quest’anno, intitolato “I Cavalieri della Torre,” racconta di questa straordinaria storia di resistenza, ma anche della forza che nasce dalla determinazione nel proteggere quanto di più prezioso.
Auguriamo a ciascuno di voi di trovare, nelle proprie sfide, la stessa forza che ha permesso alla nostra favola di continuare. Ma, soprattutto, vi auguriamo un buon carnevale colmo di gioia e di sano divertimento.
Chi risica e chi rosica, una maniera più terra terra per dire” chi semina e chi raccoglie”.
La costruzione del comitato di Via Torre, dunque sollecita una riflessione di perenne attualità. Da che mondo è mondo, infatti è sempre avvenuto così: chi affronta sacrifici e chi se ne gode i frutti. D’altro canto è lo scorrere del tempo che impone questa sequenza, è la vita con le sue regole che nessuno può modificare.
Non siamo forse noi stessi i beneficiari dei sacrifici di tanti che hanno lottato per la libertà? Non è forse il mondo contemporaneo quello che oggi coglie i frutti del vivere in una democrazia in virtù delle tante lotte vissute e sofferte dalle passate generazioni contro sistemi politici dittatoriali di destra o di sinistra? Ma il messaggio del comitato di via Torre vuole essere anche di tipo politico perché proprio in politica accade spesso che il lavoro di programmazione e l’avvio a soluzione dei problemi promossi da un’amministrazione sono condotti a termine da un’altra che si appropria di tutti i meriti della realizzazione, ma se guardiamo alla realtà socio economica che stiamo vivendo in questo momento e ci guardiamo in dietro di qualche decina di anni allora il proverbio del comitato di via Torre dovrebbe essere invertito perché se noi oggi “risichiamo” è perché tanti politici specie al tempo della partitocrazia, hanno abbondantemente rosicato.
Anche per il carnevale 2010 il Rione Torre, per la realizzazione del suo carro attinge ad una tematica sociale di estrema attualità e che ha come destinatari del messaggio in modo particolare i giovani.
Per chi è più avanti negli anni o appassionato di cinema il titolo del carro non può non rimandare al famoso film di Nicholas Ray del 1955, un film che descriveva in maniera piuttosto cruda e drammatica il fenomeno naturale del conflitto generazionale e la ribellione della gioventù nel contesto di una società in fase di radicale trasformazione.
Piuttosto forte, ma anche tragicamente realistico il messaggio del Rione Torre con le immagini dell’auto incidentata con a bordo il guidatore ubriaco, e le figure che dal fondo del carro simboleggiano la morte, l’insensibile Atropo sempre pronta con le sue cesoie a recidere il filo della vita, poco conta se quello che Lachesi le pone davanti è un filo ancora corto.
Ma come non riconoscere che la lunghezza del filo della vita, per rimanere nel campo mitologico, non dipende da quello che comunemente si chiama “destino” rispetto al quale l’individuo è impotente. “Faber est suae quisque fortunae” sosteneva il saggio latino, cioè ciascuno è artefice della propria sorte.
Ecco dunque l’accorato messaggio degli amici di Via Torre, un invito a recuperare la ragione, il giusto equilibrio, quel senso di responsabilità che non deve mai mancare se non volgiamo affidare nelle mani di altri la nostra felicità e la nostra vita, un richiamo a quell’uomo faber, cioè all’uomo unico artefice del proprio destino, teoria ancorata alla cultura umanistica e fortemente sostenuta anche dal grande filosofo nolano Giordano Bruno. Allora seguiamo il consiglio del saggio secondo il quale è lecito “semel in anno” impazzire di gioia, è, invece da incoscienti perdere completamente il senno e consegnare la propria vita nelle mani della droga, dell’alcool o di una stupida bravata.
L’insieme allegorico, realizzato dall’ottimo Raffaele De Lucia, non è altro che la rappresentazione dei vari personaggi della striscia a fumetti nata dalla matita di Guido Silvestri e che ha come protagonista principale Lupo Alberto. Come si sa la vicenda di Lupo Alberto si sviluppa sulla base di sentimenti che vanno dalla diffidenza al pregiudizio, dal condizionamento delle apparenze alla reazione istintiva.
Lupo Alberto gironzola intorno alla gallina Marta perché ne è innamorato, ma il cane da guardia Mosè ostacola ogni approccio tra i due condizionato dalla credenza che vuole i lupi nemici degli altri animali.
Cosi la vicenda si sviluppa attraverso le azioni e e reazioni dei personaggi che danno vita al cartone per puntare il dito sulle manifestazioni negative proprie dell’essere umano quali il rifiuto del diverso, la diffidenza verso chi non si conosce, giudizi preconcetti sulla base di semplici apparenze e cosi via dicendo. Ma se la vicenda narrativa tende a rimarcare da una parte quelli che sono i vizi e le virtù dell’uomo, dall’altra il De Lucia, operando una sorta di fermo immagine, propone i personaggi della vicenda in una fase della narrazione che vede l’armonia trionfare tra gli animali della fattoria che sono quindi rappresentati in un atteggiamento amichevole e festoso. Vedi per esempio Lupo Alberto rappresentato seduto col cappellino che ha rubato a Mosè per scherzo. Ecco dunque il vero messaggio espresso dalla costruzione del rione Torre, l’invito a superare diffidenze e a guardare alle differenze come ricchezza e di non lasciarsi condizionare dalle apparenze ma di aprirsi al confronto ed al dialogo, insomma un invito a vivere la vita in armonia cogliendo ogni occasione come quella del carnevale per esempio, un momento da vivere con gioia e spensieratezza, ma anche occasione per ritrovare quel senso di appartenenza che ci permette di affrontare la vita con maggiore serenità.
Un insieme allegorico, quello proposto dagli amici di Via Torre che vuole essere soprattutto un omaggio ai bambini. “Peppa Pig” è sicuramente uno dei cartoni animati più seguiti dai nostri bambini e siamo certi che saranno proprio loro ad indicare ai propri genitori i vari personaggi rappresentati sulla costruzione. Ma al di là della pura rappresentazione dei personaggi del cartone rimane pur sempre valido il messaggio allegorico legato al valore della famiglia, a questo nucleo fondamentale della società da recuperare in tutta la sua valenza formativa e presupposto essenziale di un’autentica caratterizzazione umana sociale e civile della società.
MeM’s… in fuga da via “TORRE”…è il tema del nostro carro. Seppure in modo giocoso, simbolicamente, si voglia rappresentare la decadenza della nostra società in cui i giovani spesso, per mancanza di stimoli e attrattive sono costretti a scappare dal loro paese d’origine e inseguire il sogno americano. Cosi la società vuota e cattiva, piena di enti fantasmi, è rappresentato da Omer, il grande pupazzo nella parte posteriore mentre le praline al centro rappresentano i ns ragazzi in fuga verso un futuro migliore (la statua della libertà)… ma siccome a Carnevale ogni scherzo vale noi di “Via TORRE” siamo ancora qui a credere che la passione, il cuore, l’entusiasmo possono abbattere qualsiasi muro, sia esso reale o creato da chi ha il potere e non sa usarlo, a credere, che per chi ci crede ogni sogno può diventare realtà.
Considerato il cartone che ha letteralmente conquistato i bambini, Masha e orso racconta la storia intensa quanto bizzarra di un’amicizia tra una bambina ed un orso. Masha è una bimba allegra, irrequieta che si caccia spesso nei guai, una piccola peste insomma, tenera e simpatica. A risolvere i suoi problemi e a rimettere tutto a posto ci pensa Orso, un ex animale da circo che ama la pace e la tranquillità. Passerebbe le sue giornate tra i suoi passatempi preferiti ma si ritrova, suo malgrado, sempre coinvolto nelle monellerie della piccola peste. Il rapporto tra Masha ed orso rispecchia a pieno quello tra genitori e figli, premurosi e pronti ad aiutare ma anche a correggere i primi, proprio come orso, birichini e combina guai i secondi prorpio come Masha. Quindi niente politica ne seri problemi di attualità quest’anno per il Rione Torre ma un invito alla purezza e alla genuinità tipica dei bambini. Attraverso i protagonisti principali, imponenti al centro del carro, il Rione Torre invita a lasciarsi andare, a godere delle piccole cose, a capire che non sempre serve essere perfetti, che si può e si deve sbagliare purchè capaci sempre e ad ogni età di Perdonare-Scusare e Ricominciare proprio come fanno i bambini. Il rione Torre vuole leggere così il rapporto tra i due protagonisti speranzoso in un ritorno a valori autentici e piccoli capaci di sciogliere anche i cuori più duri. “Guardare il mondo con gli occhi di un bambino” insomma per poter ogni tanto evadere da una realtà spesso troppo pesante per continuare o quanto meno cercare di meravigliarsi e stupire ancora. Solo così, forse, il mondo ci apparirà meno triste.
“L’oro di Napoli” è un vero e proprio tributo alla città di Napoli, quello che il rione TORRE presenta in questa nuova edizione del Carnevale Savianese.
Un elogio ad una città sempre più spesso martoriata, ma che in realtà risplende di luce propria da tempo. Una citta che, nonostante tutto, lascia sempre qualcosa nel cuore di chi la visita. “Vedi Napoli e poi muori” recita un vecchio proverbio popolare… perché Napoli ti resta dentro con i suoi vicoli, la sua musica, la sua gente, un caffè sempre pronto. “Napule ‘e mille culure” direbbe con orgoglio il nostro grande Pino Daniele, seduto su di una vecchia vespa sul carro perché , ricimmece a verità, Napoli è tante cose. …l’odore di una pizza appena sfornata…nu scugnizzo che saltella perché Maradona è tornato… Napoli è un teatro a cielo aperto, dove la battuta del “Principe” riecheggia tra i vicoli come musica che fa ballare una città che soffre molto a volte in silenzio. È questo l’oro di Napoli, la pazienza, la ricchezza d’animo di un popolo che ha sempre avuto il giusto spirito per rialzarsi nonostante le ripetute sconfitte.
IL RIONE TORRE, attraverso l’eredità di Napoli – lasciataci chi ne ha fatto la storia moderna: Totò, il grande Pino, la Sofia nazionale, il nostro Troisi, Maradona… -, vuole infondere speranza e smuovere la coscienza affinché la “cartolina” di cui parla il grande Pino possa conserva i suoi mille colori perché come disse Murolo: io che ho girato tutto il mondo “o sol e Napule nun l’aggiu maje truvat ‘a nisciuna parte”.
Rione Torre, alla sua 21a partecipazione al Carnevale Savianese, presenta il tema Avatar, che racconta la storia del soldato Jake, la cui missione è conquistare il pianeta di Pandora. L’avatar, che rappresenta il nostro alter-ego proiettato in una realtà virtuale, permette a Jake di arrivare su Pandora e fondersi con i suoi abitanti, i Na’vi, esserini blu che vivono in una civiltà primordiale. Il messaggio lanciato dal carro è la sensibilizzazione all’integrazione tra culture e popoli diversi: da un lato la tecnologia permette di superare el distanze, ma dall’altro spesso abusa di questo suo potere per distruggere l’ecosistema e i più deboli. Ma proprio attraverso l’integrazione di Jake con i Na’vi viene lanciato un messaggio importante: il soldato dimentica la sua missione in nome della libertà. Un messaggio di accoglienza dell’altro, che non dev’essere visto come una minaccia ma come un’opportunità per costruire un futuro di pace tra i popoli.
n occasione del Carnevale Savianese 2019, Rione Torre presenta: EMIGRATIS. Il carro allegorico che sfilerà per le strade del paese rappresenterà il giro del mondo a scrocco di Pio e Amedeo. I due protagonisti sono diventati la coppia di comici più famosa, grazie alla loro capacità di viaggiare a spese di malcapitati vip incontrati per il mondo. Il programma televisivo ha raccontato le loro esuberanti vacanze, nei posti più esclusivi, da F ormentera a New York, importunando i volti più noti della tv, italiana e non solo…
Nessuno sfugge al loro tentativo di scroccare qualsiasi cosa nella maniera più assurda e sfacciata. I comici foggiani hanno ispirato quest’anno il tema del Rione Torre, che intende rivivere insieme al popolo savianese un viaggio all’insegna della spensieratezza e del divertimento.
Quest’anno in occasione del Carnevale 2020 il Rione Torre presenterà una grandissima novità. Sfilerà per le strade del paese con un “ carro leggendario” che ci riporta indietro nel tempo, catapultandoci nell’antica Grecia, culla della cultura occidentale.
Con la rappresentazione del Cavallo di Troia, ci farà ripercorrere le avventure di Ulisse, il grande stratega, eroe indiscusso, che servendosi della propria astuzia ingannò il popolo troiano, proprio grazie ad un grosso cavallo di legno.
Il Rione Torre con questo carro allegorico celebra l’uomo che come Ulisse compie il suo viaggio nell’odissea della vita, nel quale ognuno si costruisce il proprio cavallo di Troia con cui partire e conquistare, superando gli inganni e le tentazioni.
Il Comitato Carro Rione Torre propone il tema “Carramba che Carnaval”, dedicato alla grande artista mai dimenticata:
“Ci siamo! È tornata la nostra amata festa e quest’anno, per il carnevale savianese 2023, presenteremo il carro “Carramba che Carnaval”, per omaggiare la grandissima, unica ed inimitabile Raffaella Carrà. La regina della tv e della canzone italiana, colei che ha spazzato via tutti gli stereotipi degli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso con i suoi vestiti, i balli, le musiche rivoluzionarie a quei tempi, ma che risuonano ancora oggi nel nostro carnevale (soprattutto quest’anno!).
Il nostro carro non si propone solo di omaggiare il personaggio Carrà, ma vuole anche prendere il suo messaggio più vero e forte, e divulgarlo ai ragazzi: credere sempre nei propri sogni, anche se sembrano impossibili, perché per essere ricordati si deve uscire fuori dagli schemi, divenire rivoluzionari com’è stata la Raffa nazionale. Dopo 3 anni, abbiamo voglia di fare tanto “Rumore”: ne vedrete delle belle!”